Misticismo/erotismo (o idealismo/naturalismo; spiritualismo/materialismo) rappresentano tendenze culturali parallele e contrastanti il cui percorso intuitivo o sperimentale consente l’esperienza di una doppia valenza dell’avventura umana; e la prova di un campo di conflittualità che il soggetto deve essere in grado di superare e amalgamare per conseguire il proprio status di demiurgo nella storia evolutiva della civiltà.
Sotto un tale profilo le antinomie kantiane – prospettive antagoniste di ricerca della verità destinate a non risolversi pacificamente in un giudizio/atto finale univoco – sembrano confermare la radicalità dei principi metafisici e la loro irreversibile polarità ermeneutica, dalla quale soltanto si può uscire confidando in un rapporto sintetico, naturale, fra ragione ed esperienza.
Anima e corpo. Ancora una volta per Romanticismo s’intende un nesso ideologico e operativo della produzione estetica basato sull’intesa fenomenica fra parola e cosa, passato e presente, in cui la ricerca dell’autentico, del primordiale, supera la fredda Natura naturata, la forma statica e determinata della razionalità illuminista, per cogliere l’emergenza della Natura naturans, la dinamica sfera esistenziale dello Spirito del mondo. Il presente è aperto all’avventura dei sentimenti che oltrepassano la meccanicità anonima e incoerente del Fato, per immergersi nella pulsante organicità di un corpo vivo, in crescita, la cui storia biologica e culturale si svolge nell’orizzonte sociale del possibile, cioè dell’esistente. E con questa spallata alla staticità dell’Ente (il numero, l’orologio, la squadra del muratore) che il Romanticismo riesce a liberarsi della fatalità dell’evento, per accoglierlo e osservarlo nella sua molteplice diversità, nella sua plastica duttilità e anche nella sua flagrante contraddizione, come effetto naturale e/o storico di una realtà in perenne movimento. L’energia scaturita da questi travasi di realtà viene cosi assorbita nell’atto di decifrazione cognitiva e poetica dell’evento diventando un totale potenziamento del soggetto, un’avventura vitale dell’io.
Così nella Lucinde (1799) di F. Schlegel entra con forza il tema della sessualità che frastorna e minaccia il trepido familismo borghese (biedermeier) arroccato alla difesa dell’intimità, ma il richiamo all’amore libero è ancora sostenuto qui da una scrittura algida, allegorica, tutta pervasa di spiritualità. Lo stridente contrasto dell’atto di amore fra istanze naturali e convenzioni sociali è alla base del romanzo più problematico di W. Goethe, Le affinità elettive (1809), dove da una futile schermaglia, quasi un gioco di confronti fra Edoardo e Carlotta – sposi felici che chiedono di ospitare nella bella villa i loro rispettivi amici, il capitano e Ottilia, due cuori solitari bisognosi d’affetto -, si dipana il filo rosso di un’avventura sentimentale e sessuale che culmina nella tragedia finale. E le avventure dissolute e comiche del Don Juan (1824) di G. Byron, che celebrano l’autoritratto del poeta come intellettuale indipendente dalle istituzioni normative del quotidiano, dove, mentre mordono i costumi del tempo, liberano i forti desideri del corpo e insieme lo stesso statuto della scrittura come espressione assoluta del sublime che unisce l’alto e il basso. E ancora il grido d’amore disperato, oltre tutte le convenzioni, lanciato dal fervido romanzo di E. Brontë, Cime tempestose (1848), in cui si racchiude il profondo senso esistenziale dell’avventura umana.
Del resto l’apertura a una libertà naturale dell’uomo, il libertinismo, nato nel Rinascimento come spinta a una conoscenza autentica della verità al di fuori di dogmi religiosi e politici (Machiavelli, Montaigne, Rabelais, Erasmo, Pomponazzi) e proseguito nell’età barocca fino all’illuminismo (Bruno, Fontenelle, Bayle) veniva facilmente bollato col termine di libertinage fisico e spirituale, da cui il marchese de Sade non potrà mai affrancarsi. Già nel 1545 Calvino aveva denunciato i pensatori libertini nel suo trattatello Contre la Secte phantastique et furieuse des Libertins, qui se nomment spirituelz e l’ammonimento di questo legislatore religioso resterà a imperitura condanna delle pulsioni e delle gioie del corpo.
I romantici avevano ben compreso la minaccia di questa esistenziale separazione di valori fra anima e corpo, sicché la problematica avviata sul rapporto fra misticismo e erotismo (o fra idealismo e naturalismo) finirà per equivalere a un confronto, a una sfida della fantasia, come atto naturale della creatività dell’io, alla ragione astratta e conformista del soggetto messo in catene dalle norme utilitaristiche della società borghese.