Segnaliamo con piacere il quinto incontro IDEAR, dedicato a presentare il progetto di ricerca di Rosa Pugliese su “Interazione verbale, culture e ambienti lavorativi”. La discussione sarà animata da Mette Rudvin.
L’incontro si terrà alle 15 in Aula Giunta del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne.
L’intersezione tra interazione verbale, culture e ambienti lavorativi è oggetto di una letteratura specialistica che si occupa dei contesti migratori (delle realtà socio-professionali fortemente connotate in senso multietnico e plurilingue) e dei contesti interessati da fenomeni diversi di internazionalizzazione (società multinazionali, centri di ricerca, ecc.).
A partire dall’esperienza pionieristica dell’Industrial Language Training Service britannico (Roberts et al. 1992), il filone di ricerche empiriche sulla “comunicazione interetnica nei luoghi di lavoro” ha esteso e arricchito – nelle prospettive teoriche, nelle metodologie, nelle finalità – sia il preesistente campo di analisi (sociologiche) del binomio “lingua e lavoro”, sia l’ambito tradizionale (linguistico) delle ricerche sul nesso “lingua e cultura”, diffondendosi progressivamente in area europea ed extraeuropea.
Questo filone di studi ha cominciato da qualche anno a configurarsi anche in Italia e le “interazioni interculturali al lavoro” si vanno ora caratterizzando come tema emergente. Su di esse verte una parte delle mie ricerche, alcune delle quali sviluppate e pubblicate, altre in corso e ora collegate alla partecipazione (insieme con una giovane neolaureata) a un network del Consiglio d’Europa (CELV, Graz) denominato Language for work.
Tramite case studies ho esaminato lo scambio comunicativo tra lavoratori italiani e stranieri nei luoghi di lavoro e in ambienti correlati (sindacato, centro di ascolto per stranieri, ecc.), descrivendone le caratteristiche salienti, con lo scopo ultimo di ottenere una base conoscitiva necessaria per approntare percorsi di formazione linguistica adeguati. Le interazioni autentiche tra lavoratori sono documentate attraverso audio-registrazioni e trascritte secondo le convenzioni più adottate, così da poter “leggere” i dettagli del parlato. Il comportamento verbale dei parlanti diventa perciò oggetto di una micro-analisi che consente di rilevare aspetti precisi e “situati”, vale a dire considerati nel loro concreto emergere in situazioni naturali (non costruiti ad hoc, sulla base di dati simulati, o ricostruiti da annotazioni sparse).
Riferimenti bibliografici:
Marazzini F. La lingua seconda in azienda. Prospettive internazionali e studio di un caso, Tesi di laurea in Didattica della lingua italiana L2, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea Magistrale in Italianistica, Culture letterarie europee, Scienze linguistiche, Università di Bologna, a.a. 2011-12.
Pugliese R. “Meccanismi di intensità in un dialogo tra operai italiani e bengalesi” in B.Gili Fivela, C.Bazzanella (a cura di), Fenomeni di intensità nell’italiano parlato, Firenze, Cesati Editore, 2009, pp. 255-273.
Pugliese R. “La comunicazione interculturale nei luoghi di lavoro” in L. Luatti, M. La Mastra (a cura di), Terzo Rapporto sull’immigrazione in provincia di Arezzo, Provincia/Università di Siena-Arezzo/Ucodep, 2007, pp. 241-64.
Pugliese R., S.Veschi “Contesti istituzionali e comunicazione interculturale con mediazione spontanea” in E. Banfi, L.Gavioli, C.Guardiano, M.Vedovelli (a cura di), Problemi e fenomeni di mediazione interlinguistica e interculturale, Atti del 5° Congresso AitLA (Associazione Italiana di Linguistica Applicata) Bari, 17-18 febbraio 2005, Edizioni Guerra, Perugia, 2006, pp. 35-61.
Roberts C., Davies E., Jupp T. Language and discrimination: a study of communication in multi-ethnic workplaces, Longman, London-New York, 1992.