Matthew Gregory Lewis (1775-1818)

Matthew Gregory Lewis (1775-1818)

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Mattew Gregory Lewis fu scrittore e drammaturgo, nato a Londra il 9 Luglio del 1775 da Mattew Lewis e Frances Maria Sewell. Il padre fu vicesegretario di guerra e proprietario di diverse piantagioni di schiavi in Giamaica; sposò Frances Maria Sewell nel 1775, figlia di Sr. Thomas Sewell, appartenente ad una famiglia di coloni giamaicani, sorella di Robert Sewell, che divenne in seguito procuratore generale dell’isola caraibica. La madre era una donna dal grande talento musicale ed assidua frequentatrice di circoli artistici.

Il matrimonio tra i genitori di Lewis terminò nel 1781, quando lo scrittore aveva solamente sei anni, a causa della relazione della madre con un maestro di musica di nome Harrison, con il quale avrà un figlio illegittimo nel luglio dell’anno successivo. M.G. Lewis fu il maggiore dei quattro figli legittimi avuti da Frances Sewell, e mostrò fin da una tenera età uno spiccato talento artistico e musicale. In seguito alla separazione dei genitori Lewis rimase fedele alla madre, nonostante lo scandalo che aveva provocato, tanto da devolverle parte del ricavato della sua attività letteraria giovanile.

L’educazione di Mattew Gregory Lewis iniziò al Marylebone Seminary e proseguì alla Westminister School, dove entrò nel 1783 e in cui si distinse per le sue spiccate doti teatrali. Il 16 aprile del 1790 fu il giorno dell’immatricolazione di Lewis alla Christ Church School di Oxford, dove si diplomò impiegando i canonici quattro anni accademici.

Nel 1792 completò la sua prima commedia teatrale The East Indian, basata sulla storia di Sidney Bidulph, già trattata trentuno anni prima nell’omonimo romanzo di Frances Sheridan. L’opera fu messa in scena per la prima volta solo nel 1799 al teatro Drury Lane. Nel luglio del 1792 Mattew fu ospitato in Germania, alla corte del duca Karl August, dall’ambasciatore britannico Brooke Boothby. Lewis aveva intrapreso un simile viaggio con l’intento di imparare il tedesco e di prepararsi alla carriera diplomatica, seguendo il volere del padre, ma la permanenza in Germania lo portò invece ad appassionarsi alla cultura e letteratura tedesca. Tornò in Inghilterra l’anno successivo, nel 1793.

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Nel 1795, in una lettera alla madre, Lewis dichiara di aver scritto un’opera di circa quattrocento pagine intitolata The Monk, e di esserne talmente fiero da accollarsi la pubblicazione del testo nel caso in cui nessun editore si fosse dimostrato interessato. Risalgono a due anni prima notizie di Lewis intento a lavorare ad un romanzo sullo stesso stile dell’opera di Horace Walpole The Castle of Otranto, mentre l’anno precedente si diceva che fosse tanto affascinato dal romanzo di Anne Radcliffe The Mysteries of Udolpho, da voler scrivere un’opera dello stesso genere letterario. Al contrario di quelle che erano le attese, il romanzo ottenne inizialmente molti consensi, abbastanza da permettere allo scrittore di pubblicare la seconda edizione nell’ottobre del 1796. In seguito alla seconda pubblicazione la critica si mostrò però molto dura, tanto da accusare lo scrittore di avere scritto un testo con sfondi pornografici e blasfemi. Le numerose critiche ricevute negli anni successivi alla pubblicazione di The Monk, hanno comunque contribuito a rendere il romanzo estremamente popolare ed apprezzato nei decenni successivi. Nell diciannovesimo secolo vi furono numerose rappresentazioni teatrali dell’opera sia a Londra che a Dublino e, nonostante le numerose critiche, ne furono pubblicate altre venti edizioni in Inghilterra, sette negli Stati Uniti d’America, quattro tradotte in Germania e diciassette in Francia.

Nel 1798, tramite l’amico comune William Erskin, Lewis venne in contatto con la produzione letteraria di Walter Scott, all’epoca ancora sconosciuto, e ne rimase talmente affascinato da proporgli di collaborare ad un’opera in stile gotico intitolata “Tales of Terror”. L’opera uscì all’inizio del 1801 con il titolo di Tales of Wonder, contenente nove poemi scritti la Lewis, cinque ballate di Walter Scott, otto di Robert Southey ed una di John Leyden. L’opera non incontrò il favore unanime della critica ma, nonostante le molte parodie successive, ottenne un discreto successo, soprattutto in Germania.

Fatta eccezione per The Monk e Tales of Wonder, i più grandi progetti della carriera di M.G.Lewis furono legati al teatro.

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Il suo primo dramma, Castel Spectre, venne rappresentato al Drury Lane il 14 dicembre del 1797, e fu considerato una sorta di manifesto del teatro gotico inglese, tanto da essere rappresentato una dozzina di volte nel giro di breve tempo e stampato per la prima volta nel 1798 (ne furono prodotte altre dieci edizioni nei cinque anni successivi). Tra il 1799 ed il 1801, Lewis produsse diverse opere teatrali messe in scena al Drury Lane, alcune scritte interamente da lui, quali The Twins, The East Indian ed Adelmorn the Outlaw, altre tradotte da testi di drammaturghi stranieri, quali Rolla e The Love of Gain. Una volta trasferitosi al Covent Garden, scrisse una tragedia in cinque atti dal titolo Alfonso, King of Castille, ambientata a Burgos nel quattordicesimo secolo. Fu rappresentata per la prima volta il 15 luglio del 1802 e ricevette numerosi consensi. Il 22 marzo del 1803 Lewis mise in scena il dramma The Captive, sempre al Covent Garden, mentre due anni dopo, compose una nuova opera di successo intitolata Rugantino, presentata il 18 ottobre del 1805, e basata sulla traduzione del testo di Zschokke Aballino der grosse Bandit (1794). Per le sue successive produzioni teatrali, Lewis tornò al Drury Lane, dove, il primo aprile 1807, mise in scena The Wood Daemon, melodramma in due atti che ricevette maggiori consensi del già celebre Castle Spectre. Verso la fine di aprile del 1807, venne rappresentata al Drury Lane Adelgitha, tragedia storica in cinque atti, scritta in blank verse e ambientata in Italia durante la fine dell’epoca bizantina. Lewis compose altre due opere frutto di traduzioni o reinterpretazioni di testi stranieri, intitolate Venoni e Temper. Nonostante i molti successi, l’opera teatrale di Lewis maggiormente apprezzata fu Timour the Tartar, rappresentata al Drury Lane il 29 aprile del 1811. In seguito, Lewis non scrisse più per il teatro, se non qualche traduzione.

La carriera di Lewis terminò con la morte del padre, il 17 maggio del 1812. In seguito a quel tragico evento, il poeta donò generosamente parte del suo denaro a sua madre e a sua sorella, e partì per la Giamaica per curare gli affari di famiglia. Il 31 marzo del 1815 tornò in Inghilterra per discutere con William Wilberforce su come “mantenere felici i suoi schiavi dopo la sua morte”. In seguito, partì per un “tour” di un anno e mezzo, durante il quale fece visita agli amici Byron e Shelley nel loro circolo a Ginevra, nell’agosto del 1816. Nel 1817, a Venezia, incontrò nuovamente Byron che gli permise di ingaggiare la sua serva Tita per accompagnarlo in Giamaica, in quello che poi fu l’ultimo viaggio di Lewis. La traversata dell’Atlantico venne minuziosamente descritta dallo scrittore nel suo “Journal of a West India Proprietor”, che verrà pubblicato nel 1834, sedici anni dopo la sua morte. Una volta regolate le norme e le trattative riguardanti i suoi schiavi, Lewis si imbarcò per tornare in Inghilterra, ma morì durante il viaggio a causa della febbre gialla, il 16 maggio 1818.

Bibliografia

https://www.oxforddnb.com/view/  Nigel Leask,”Lewis, Matterw Gregory [called Monk Lewis] (1775–1818)”, Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004; [Ultima Consultazione 09/01/2020]