Breviario di Etnofilologia

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A cento anni dalla pubblicazione del Breviario di Estetica di Benedetto Croce (1912), e nel centenario dalla nascita di Gianfranco Contini – l’autore, in risposta a Croce, del Breviario di Ecdotica (1986) – questo libro intende porsi come tappa ulteriore di una riflessione per una filologia che sia finalmente in grado di uscire dalle proprie procedure autoreferenziali e di occuparsi tanto di segni verbali quanto di segni non verbali, aggiornandosi rispetto alle acquisizioni emerse dal fitto dibattito epistemologico degli ultimi anni tra gli specialisti delle scienze cognitive, delle neuroscienze, dell’antropologia, dell’archeologia, della genetica.
All’interno di quello che Benozzo ha proposto di definire come “Quarto umanesimo”, l’etnofilologia considera se stessa non come una disciplina, ma semmai come un’indisciplina, come una cartografia in divenire, come un insieme di possibilità messe in atto per conoscere gli esseri umani a partire dalle loro parole e dai testi che essi producono. Nel proprio modo di sentirsi parte attiva della tradizione, essa propone un accostamento e una risonanza con gli aneliti del pensiero anarchico, concependo se stessa come una filologia terracquea e libertaria, che non si occupa soltanto di manoscritti, problemi attributivi e apparati critici, ma di montagne, fuochi appiccati nella preistoria e lavandaie notturne. In questa visione della tradizione fatta di santi-sciamani e signori degli animali, di spiriti guida e creature pietrificate, di trovatori-cantautori e bevute sugli argini del fiume, anche gli autori e i loro testi, più che professionisti senza volto di un’arte letteraria, sono simili a errabondi incontrati nell’aria fresca delle serate estive.

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