Quel che resta di un naufragio
di/a cura di: Conconi Bruna
Le edizioni cinque-seicentesche delle opere di Pietro Aretino nelle biblioteche di Francia. Con un repertorio
Nonostante la leggenda nera di Pietro Aretino pornografo, ateo e flagello dei principi abbia acquisito sin dalla prima modernità la rilevanza di un mito di dimensioni sovranazionali, la ricezione fuori d’Italia di uno tra gli autori più controversi della letteratura europea resta una questione aperta. Continuano a non esistere studi generali sull’argomento, e ancor più frammentaria è la documentazione che riguarda la «fortuna concreta», la reale circolazione e l’effettiva fruizione dei suoi testi da parte del lettorato d’oltralpe.
Questo libro, che prende in esame, censendoli, i più di 460 esemplari delle edizioni cinque-seicentesche delle opere aretiniane oggi conservati nelle biblioteche di Francia e osserva le tracce di lettura lasciate dai loro possessori, intende contribuire a colmare questa lacuna. Si rivolge dunque, oltre che agli studiosi di letteratura italiana e francese, agli storici del libro e della lettura, ma anche ai conservatori dei fondi antichi e ai collezionisti privati, presso i quali la produzione dell’autore toscano non ha mai smesso di costituire un oggetto degno di attenzione.
Quel che resta di un naufragio
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